Dopo un episodio che girava intorno al rapporto tra Daryl e Dwight con Negan, ritorniamo finalmente ad Alexandria, e vediamo cosa ne rimane di quel briciolo di civiltà che era sopravvissuta all’apocalisse.
Per la prima volta, Negan si presenta al gate dell’accampamento in cerca di provvigioni. Non so voi, ma solamente la sua ombra mi crea un certo disagio, quel brivido di soggezione e paura che solo pochi personaggi riescono a dare.
Jeffrey Dean Morgan con il solo linguaggio del corpo riesce a conferire a Negan dei tratti teatralmente grotteschi, non dubitiamo come sia riuscito a soggiogare così facilmente Rick, the man in charge per antonomasia.
E finalmente anche Negan conosce quel lato di Rick, sebbene solamente attraverso le video interviste che Deanna aveva realizzato, ma continuiamo a sperare che questa conoscenza possa avvenire in futuro, in un rapporto ravvicinato.
Il gioco del nostro nuovo villain è basato su uno stretto rapporto di violenza fisica e psicologica, sembra quasi che stia soggiogando Rick non solo grazie alla sua dialettica, convincendolo di non essere più quello di una volta, ma anche attraverso le azioni, infatti per tutto il tempo della visita lo costringe a portargli Lucille, l’arma con cui ha ucciso due dei suoi compagni.
Immaginate un abuso più grande di questo?
Il seme della paura, che si è insinuato nella mente di Grimes, viene alimentato anche dalle insinuazioni di una possibile violenza su Maggie, insomma, come avevamo percepito nella scorsa puntata, Negan prende quello che vuole, anche quando si tratta di donne e questa discussione sicuramente spianerà la strada per nuove diatribe.
A disturbare questo discorso, avvenuto proprio dove erano seppelliti Abraham e Glenn, il rumore di uno sparo: è Carl ad impugnare una pistola contro gli scagnozzi di Negan, minacciando loro e lui stesso.
La spavalderia, dovuta forse ad un briciolo di ingenuità, lo sta rendendo una mina vagante che potrebbe portarci a due eventuali scenari futuri: Negan, che sicuramente è impressionato da questo suo coraggio, potrebbe tenerlo con sé o ucciderlo.
Sappiamo che questo personaggio sta studiando e monitorando tutti e forse ha bisogno di più tempo per una decisione, l’unica soluzione al momento è privare Alexandria del proprio arsenale.
All’appello mancano due pistole e se non verranno restituite le spese verranno pagate da Olivia, colei che si occupa dell’inventario, a cui sono sfuggite.
L’episodio gira intorno al discorso di Rick, che incita i suoi compagni a consegnare le armi, perché non saranno quelle a proteggerli, ammettendo così la sua impotenza davanti a tutti. Ha sfilato con questo discorso il suo cappello da sceriffo, ma colui che ha imbracciato quella causa non sembra interessato a vestirlo, ma solo ad abusare di quel potere.
Le pistole vengono trovate a casa di Spencer, che era in missione con Rosita, da Rick, il quale costringe anche Michonne a consegnare il suo fucile, nonostante non fosse schedato negli inventari.
Di nuovo Rick si mostra completamente dominato da Negan, solo un’ultima scintilla del suo essere sembra volersi accendere nel momento in cui il suo nemico era di spalle, ma il coraggio non riesce a prendere il sopravvento.
Avrebbe potuto colpirlo con la sua stessa Lucille, il vecchio Rick ne sarebbe stato capace, ma è un discorso che fa in seguito a Michonne a darci una motivazione.
Certe cose devono essere accettate, Rick lo spiega attraverso una metafora che riporta alla luce vecchie memorie: Shane è il padre di Judith e lui ha dovuto accettarlo, per poterla crescere e sperare in un futuro migliore per lei, così ha accettato queste violenze, perché è l’unico modo per veder sopravvivere i suoi cari.
Devo ammettere che questo è stato un tocco di classe degli sceneggiatori, la paternità di Judith era sempre stata un tabù, ma anche un dubbio per noi telespettatori, e ricordare Shane, grazie ad una parte di lei, per me è stato un momento decisamente toccante.
I Saviors vanno via vittoriosi, con un bottino di armi, di materassi che scopriremo che verranno semplicemente bruciati, un cervo e Daryl, di cui pare non si libereranno molto facilmente.
L’episodio si conclude con un discorso tra Spencer e Rick, nel quale il ragazzo mette in dubbio la sua capacità di leader fin dagli albori, motivo per cui nascondeva le pistole, e con parole affilate quanto lame gli ricorda che se avessero patteggiato, Glenn e Abraham sarebbero vivi. Rick, d’altro canto, sembra avere la coda tra le gambe solo con Negan, ma quanto potrà risultare ancora credibile?
Da non sottovalutare c’è una possibile insurrezione contro lo stesso Rick, che si è piegato così tanto da aver ringraziato i Saviors prima della loro partenza. Queste parole di Negan, e la consequenziale sottomissione di Rick, saranno sicuramente iconiche per questa stagione, perché il loro carattere crudo e sessuale rende perfettamente l’abuso che infligge alle sue vittime.
Gli ultimi fotogrammi ci mostrano invece Rosita che chiede ad Eugene di fabbricare dei proiettili per la pistola scarica che ha trovato durante la spedizione. Il suo slancio di coraggio nel nascondere l’arma la renderanno cibo per Lucille?
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